Bolgheri ®vs. Bolgarè, l’Italian Sounding inizia finalmente a scricchiolare?

L’Italian Sounding, fenomeno largamente diffuso soprattutto nel settore agroalimentare, consiste nella produzione e commercializzazione all’estero di prodotti non Made in Italy tramite l’utilizzo di nomi e packaging che richiamano l’italianità del prodotto copiato, appartenente alla migliore tradizione alimentare del Bel Paese, per cui tali prodotti sembrano italiani, ma non lo sono affatto.

Secondo  le stime della Coldiretti, il mercato dell’Italian Sounding nel mondo ammonterebbe a circa 100 miliardi di euro all’anno di valore, il che significa che più di due prodotti agroalimentari su tre venduti nel mondo come italiani sarebbero invece fake.

I prodotti soggetti al fenomeno sono in particolare i formaggi, come Parmigiano Reggiano®, Gorgonzola®, salumi, sughi ma, in via prevalente, i vini.

Secondo l’Istat, le vendite dell’agroalimentare italiano all’estero, a livello di comparti, identificano infatti nelle bevande la prima categoria esportata, pari a circa il 21% sul totale del settore, di cui in realtà la maggioranza è composta proprio dai vini italiani.

Balzato alle cronache più recenti, il caso dell’ammissibilità, da parte dell’UE, della domanda sollevata dalla Croazia per il riconoscimento della menzione tradizionale per “Prošek”, la cui assonanza evocativa richiamerebbe indebitamente il Prosecco®, tanto da scatenare una bufera sulle bollicine italiane più famose nel mondo se si tiene conto, poi, che la domanda estera di vino italiano è trainata essenzialmente proprio dal Prosecco® stimato valere il 65% dell’intero export a volume del segmento spumanti.

Benché la battaglia legale tra Prosecco ® e “Prošek” sia solo all’inizio, una recente sentenza dell’EUIPO nel caso Bolgheri ® vs. Bolgarè –  laddove è stata rifiutata la registrazione del marchio bulgaro proprio perché chiaramente evocativo dei vini italiani DOC Bolgheri ® – sembra far ben sperare e potrebbe rappresentare un precedente importante nel contrasto di altri tentativi di Italian Sounding nel settore dei vini di eccellenza del nostro Paese.

“E’ la sentenza che aspettavamo – ha detto anche la vice presidente e Assessora all’Agroalimentare della Regione Toscana, Stefania Saccardi – perché Bolgheri ® non è un gioco di parole. Bolgheri è un territorio, un luogo irripetibile che esiste solamente in quel nome, lo stesso nome di un prodotto che solo questa terra ci offre, che ci danno un saper fare e una tradizione uniche. Con questa decisione l’Ufficio Marchi Europeo conferma che la Toscana e il “made in Tuscany” non rappresentano una mera questione di difesa di cortile ma sono la risposta a chi ha bisogno di trovare un prodotto di qualità che si associa a bellezza, storia, valore: 66 aziende associate del Consorzio. Tutto questo è Bolgheri®, ben altro e ben oltre maldestri tentativi di ingannare qualche sprovveduto”.

I professionisti dello studio Dragotti & Associati assistono il cliente prima, durante e dopo la registrazione del marchio per valorizzare e tutelare la sua innovazione.