Quando un’opera dell’ingegno diventa di pubblico dominio

Il 1° gennaio di ogni anno è il cosiddetto Public Domain Day: a partire da quella data le opere dell’ingegno di carattere creativo (che appartengono tra l’altro alla letteratura, alla musica, alle arti figurative, all’architettura, al teatro e al cinema), il cui diritto d’autore di utilizzazione economica dell’opera, è scaduto nel corso dell’anno precedente, diventano di pubblico dominio.

In Europa questo avviene dopo 70 anni dalla morte dell’autore dell’opera: nel 2020 quindi le opere degli autori morti nel 1949 non saranno più protette dalla legge sul diritto d’autore (copyright) e tra queste spiccano opere letterarie molto famose come Via Col Vento e Il Mago Di Oz.

Cosa significa diventare di pubblico dominio?

Un’opera di pubblico dominio può essere liberamente utilizzata da chiunque.

I diritti patrimoniali, spettanti all’autore dell’opera e ai suoi eredi sino al settantesimo anno dopo la morte, che diventano di pubblico dominio allo scadere dei 70 anni comprendono, tra gli altri, quelli di:

  • pubblicazione;
  • riproduzione;
  • trascrizione;
  • esecuzione;
  • rappresentazione;
  • recitazione;
  • comunicazione al pubblico;
  • modificazione;
  • noleggio.

Per compiere ciascuna di queste attività, se l’opera è ancora tutelata dalla legge sul diritto d’autore, è necessaria l’autorizzazione dell’autore, finché è in vita, o dei suoi eredi per i 70 anni successivi alla morte dell’autore, a cui spetterà un compenso.

Conseguentemente, a partire dal 1° gennaio 2020 chi vorrà pubblicare, modificare o trasporre cinematograficamente Via Col Vento potrà farlo senza dover pagare alcun compenso gli eredi di Margaret Mitchell per utilizzare l’opera.

Perché esiste il pubblico dominio?

Per soddisfare l’esigenza della collettività di libera fruizione culturale dell’opera.

Al contempo i diritti patrimoniali soddisfano la necessità di ricompensare l’autore per la forma espressiva della sua opera, frutto della sua interpretazione personale, del suo gusto e del suo ingegno.

Proprio per bilanciare queste due necessità i diritti patrimoniali di utilizzazione economica di un’opera sono concessi per un tempo determinato (sino a 70 anni dopo la morte dell’autore) prima di farla diventare di pubblico dominio.

I titolari perdono tutti i loro diritti?

Il termine dei 70 anni dalla morte dell’autore riguarda solo i diritti patrimoniali.

Il diritto morale dell’autore sulla propria opera, ovvero il complesso delle disposizioni a tutela della sua personalità, è invece, inalienabile e imprescrittibile, e comprende il diritto:

  • alla paternità: l’autore viene riconosciuto pubblicamente come creatore dell’opera; questo diritto consente anche all’autore di pubblicare la propria opera sotto il proprio nome, attraverso uno pseudonimo o addirittura in maniera anonima;
  • all’integrità dell’opera: l’autore può opporsi a modifiche dell’opera che danneggino la sua reputazione.

In questo modo viene tutelata la personalità dell’autore, anche dopo secoli dalla sua morte: nessuno potrà mai cancellare il suo nome o le sue intenzioni autoriali.

Si può impedire che un’opera diventi di pubblico dominio?

Salvo modifiche a livello normativo, no: l’opera diventa di pubblico dominio allo scadere dei 70 anni dalla morte dell’autore.

In particolari casi si possono estendere i diritti di proprietà intellettuale proponendo nuove versioni del materiale originale per mantenere diritti patrimoniali su quelle, come nel caso di Mickey Mouse.

Tutelare i diritti dell’autore di un’opera, con tutti gli strumenti di legge oltre a quelli previsti dalle norme del diritto d’autore, è quindi sempre importante per proteggere l’impegno dell’autore e per fornire un contributo alla cultura e alla società.