Il brevetto: come genera valore economico e quanto vale?

Il brevetto rappresenta un asset di grande valore per un’impresa, in particolar modo in settori ad alta competitività e durante i periodi di crisi in cui l’innovazione e la capacità di rispondere alle mutate esigenze di mercato sono chiave di sopravvivenza per le aziende.

L’acquisizione di un diritto esclusivo su un’invenzione, infatti, rappresenta non solo un costo (per la predisposizione e il deposito della domanda di brevetto, per il suo rinnovo una volta concesso e per la sua difesa), ma anche un prezioso strumento di creazione di valore economico.

Il tema dei costi non deve perciò spaventare poiché possono questi essere ampiamente ripagati dai risultati economici ottenuti, direttamente o indirettamente, grazie all’utilizzo del brevetto. Inoltre, sono disponibili numerosi tipi di incentivazione, sotto forma di bandi e agevolazioni fiscali, per alleggerire quelle spese sostenute che inizialmente non hanno un ritorno economico, permettendo così anche alle piccole o giovani realtà di valorizzare la propria capacità di innovare.

Trattando questo tema sorgono inevitabilmente due domande: come un brevetto genera un valore economico e come questo valore viene calcolato.

Riguardo al tema della generazione del valore economico, la strada più semplice per un’azienda è quella di impiegare direttamente il proprio brevetto per realizzare un prodotto, fornire un servizio o innovare i propri processi.

Grazie al diritto all’uso esclusivo dell’invenzione brevettata, l’azienda potrà presentarsi sul mercato con prodotti/servizi innovativi che le garantiranno un markup di prezzo rispetto alla concorrenza oppure potrà gestire la propria produzione e i propri processi in modo più efficiente, riducendo i costi senza che ci sia la possibilità di essere imitati dai concorrenti. Il brevetto genera una situazione temporale di monopolio che produce valore economico aggiuntivo per il titolare.

Il valore economico può anche nascere dalla vendita o dalla concessione in licenza dei brevetti.

Chi vende o concede in licenza il brevetto ottiene così un ritorno economico, una tantum o in forma di percentuale sui guadagni ottenuti (royalties), senza dover sopportare l’impegno economico diretto legato allo sfruttamento dell’invenzione: questa soluzione è perfetta per le imprese che non hanno le risorse per valorizzare adeguatamente il brevetto oppure per quelle che hanno fatto un’invenzione brevettabile, ma non direttamente attinente al proprio core-business.

Il possesso di un ampio portafoglio di brevetti ha anche un effetto sul prestigio dell’impresa, contribuendo alla costruzione di un’immagine di azienda innovativa e quindi ottenendo un ritorno economico indiretto.

Ma quanto vale un brevetto? La risposta a questa semplice domanda è estremamente complessa. La valutazione economica di un brevetto deve coniugare l’analisi qualitativa, che serve a comprendere la forza e la difendibilità del brevetto, con l’analisi quantitativa, volta a calcolare l’effettiva partecipazione del brevetto alla generazione degli utili aziendali.

La complessità di associare un valore economico correttamente quantificato a un bene immateriale spesso causa una sottostima del bene stesso, portando a svilire sia il valore della proprietà intellettuale che la posizione sul mercato dell’azienda.

Per questo motivo Dragotti & Associati offre un servizio specializzato di stima del valore economico dei beni immateriali rappresentati dai titoli di proprietà intellettuale e assiste i suoi clienti nelle operazioni di due diligence che li riguardano.

I professionisti dello studio Dragotti & Associati assistono il cliente prima, durante e dopo la registrazione di un brevetto per valorizzare e tutelare la sua innovazione.